Novak Djokovic: Allenamento, Dieta e Mente di un Campione

Novak Djokovic: Lezioni di un Campione Dentro e Fuori dal Campo

Novak Djokovic non è solo uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi. È un atleta che ha trasformato la preparazione fisica, l’alimentazione e la forza mentale in un’arte. Ma cosa possiamo imparare da lui? E come si applicano i suoi principi non solo nello sport, ma anche nello studio e nella vita di tutti i giorni?

Noi del Centro Studi Aeffe crediamo che le storie dei grandi campioni siano una fonte di ispirazione incredibile per i nostri studenti. La disciplina, la resilienza e la curiosità di Djokovic sono qualità che portano al successo in qualsiasi campo. Analizziamo insieme i pilastri che sorreggono la sua straordinaria carriera.

L’Allenamento Fisico: Oltre la Fatica, la Disciplina

L’incredibile agilità e resistenza di Djokovic non sono un caso. Dietro ogni partita c’è un regime di allenamento rigoroso che combina diverse discipline per creare un atleta completo.

La sua routine si basa su quattro elementi chiave:

  • Tennis e preparazione specifica: Durante la pre-season, Djokovic può passare anche 3-4 ore al giorno in campo, affinando tecnica e strategia. Durante i tornei, le sessioni sono più brevi per conservare le energie.

  • Potenziamento fisico: L’allenamento in palestra include sollevamento pesi per la forza e esercizi a corpo libero per la stabilità del core, un aspetto fondamentale per prevenire infortuni e generare potenza.

  • Flessibilità e recupero: Lo yoga e lo stretching dinamico sono parte integrante della sua giornata. Queste pratiche non solo migliorano l’elasticità muscolare, ma aiutano a mantenere la calma e la concentrazione.

  • Cardio: Corsa e cyclette sono essenziali per costruire la resistenza necessaria a sostenere match che possono durare ore.

La lezione per lo studente: Come un atleta, anche chi studia deve allenare la propria “resistenza”. Sessioni di studio programmate, alternate a pause per il recupero (il nostro “stretching mentale”), sono la chiave per mantenere un alto rendimento nel tempo.

Allenamento Novak Djokovic

L’Alimentazione: il Carburante per Corpo e Mente

Uno dei cambiamenti più significativi nella carriera di Djokovic è stata la sua transizione a una dieta a base vegetale (plant-based). Questa scelta non è solo etica, ma è studiata per ottimizzare energia e recupero.

Ecco alcuni punti fermi della sua alimentazione:

  • Routine Mattutina: La giornata inizia con un bicchiere di acqua tiepida e limone, seguito da un frullato verde ricco di nutrienti come sedano, alghe e frutta.

  • Pasti Bilanciati: I suoi pasti principali sono composti da carboidrati complessi senza glutine (riso, quinoa, patate), proteine vegetali (come il tofu) e abbondanti verdure.

  • Digiuno Intermittente: Djokovic pratica un digiuno di 12-14 ore, cenando presto (mai dopo le 19:00) per favorire i processi di riparazione del corpo.

Questa attenzione all’alimentazione dimostra come il giusto “carburante” sia fondamentale per la concentrazione e le performance, sia fisiche che mentali.

La Mente del Campione: la Vera Arma Segreta

“La battaglia più grande è sempre quella interiore”. Questa frase di Djokovic riassume perfettamente la sua filosofia. La sua forza mentale non è un dono innato, ma il risultato di un lavoro costante.

Le sue tecniche principali includono:

  • Visualizzazione: Prima di ogni match, Djokovic si immagina le varie situazioni di gioco e si visualizza come vincitore. Questa tecnica, usata anche in psicologia dello sport, prepara la mente ad affrontare le sfide con maggiore sicurezza.

  • Meditazione e Respirazione Consapevole: Pratica la meditazione per circa 15 minuti al giorno. Nei momenti di alta tensione in campo, utilizza tecniche di respirazione per calmare il sistema nervoso e mantenere la lucidità.

  • Accettazione delle Emozioni: Invece di sopprimere dubbi e paure, li riconosce e li accetta. Questo gli permette di superarli rapidamente senza che compromettano la sua performance. La differenza tra un campione e gli altri, dice, è la capacità di non rimanere “bloccato” in un’emozione negativa.

Al Centro Studi Aeffe, applichiamo principi simili nel nostro approccio al coaching per aiutare gli studenti a superare l’ansia da esame e a costruire una mentalità vincente.

studente atleta

Scuola e Curiosità: Non si Smette Mai di Imparare

Nonostante una carriera che lo ha portato via dai banchi di scuola molto presto, Djokovic ha espresso un profondo rammarico per non aver proseguito gli studi universitari da giovane, dichiarando la sua intenzione di prendere una laurea in futuro.

Questa ammissione rivela un tratto fondamentale: la curiosità intellettuale. Un vero campione non smette mai di voler imparare. Per lui, l’università è “la casa della conoscenza”.

Questa visione si riflette anche nell’educazione che impartisce ai suoi figli, basata sull’autonomia, sulla responsabilità e sulla consapevolezza, limitando l’uso di tecnologie come gli smartphone per incoraggiarli a “non seguire il gregge”.

La sua storia ci insegna che l’istruzione non è solo un percorso da completare in gioventù, ma un desiderio di crescita che dura tutta la vita.

Cosa Possiamo Imparare da Novak Djokovic?

La carriera di Djokovic è una masterclass di eccellenza. Che tu sia uno studente che prepara la maturità, un atleta o un professionista, i suoi principi sono universali:

  1. Disciplina: La costanza nell’allenamento e nello studio porta a risultati solidi.

  2. Cura del Dettaglio: L’attenzione all’alimentazione e al benessere è cruciale per le performance.

  3. Resilienza Mentale: Allenare la mente è tanto importante quanto allenare il corpo.

  4. Curiosità Infinita: La voglia di imparare è il motore della crescita personale.

Al Centro Studi Aeffe, ci impegniamo a coltivare queste qualità nei nostri studenti, fornendo non solo supporto didattico, ma anche gli strumenti per costruire una mentalità forte e un metodo di lavoro efficace.

Vuoi scoprire come il nostro metodo può aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi? Contattaci per una consulenza personalizzata.


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Paura di sbagliare a scuola: Trasforma l’errore in crescita

Paura di sbagliare a scuola: come trasformare l’errore in crescita

Sbagliare un compito in classe, dare una risposta errata durante un’interrogazione, non superare un esame. Per generazioni di studenti, queste situazioni sono state vissute come un fallimento. Oggi, però, qualcosa sta cambiando. La Generazione Z sembra avere una nuova consapevolezza: l’errore non è un punto di arrivo, ma un’occasione di crescita.

Tuttavia, il percorso per trasformare la teoria in pratica è ancora lungo e pieno di ostacoli. La pressione esterna e l’ansia da prestazione sono sempre in agguato.

L’errore non è più un tabù, ma la pressione resta: i dati

Una recente indagine condotta da Skuola.net in collaborazione con Tipp-Ex su 2.500 studenti rivela un quadro affascinante. Più della metà degli intervistati non vede più lo sbaglio come un’etichetta negativa:

  • Il 42% riconosce il valore costruttivo dell’errore, pur ammettendo che a volte possa essere frustrante.

  • Il 10% lo vive come uno stimolo diretto per fare meglio la volta successiva.

Questi dati mostrano un cambiamento di mentalità importante. Nonostante ciò, il contesto emotivo in cui avvengono questi errori è tutt’altro che sereno.

L’ansia da prestazione: quando lo sbaglio fa più male del dovuto

Nonostante la nuova percezione, le conseguenze emotive di un errore rimangono pesanti. La metà degli studenti ammette di sentirsi fortemente sotto pressione quando sbaglia, e per il 22% un insuccesso si traduce in un immediato calo di motivazione.

Il dato più allarmante è che 8 studenti su 10 dichiarano di aver provato ansia dopo un errore scolastico. Questo disagio non è solo un “brutto momento”, ma un vero e proprio ostacolo all’apprendimento, che può minare l’autostima e la voglia di mettersi in gioco.

Le ragazze sotto pressione: un divario di genere da non sottovalutare

L’indagine evidenzia anche un preoccupante divario di genere. Le ragazze sembrano subire maggiormente gli effetti di questa pressione: l’82% di loro ha sperimentato disagio e ansia legati agli errori, contro il 63% dei ragazzi. Questo scarto suggerisce la persistenza di aspettative sociali e culturali che pesano in modo diverso sui percorsi formativi femminili e maschili.

Il ruolo di docenti e famiglie: un supporto che spesso manca

Da dove nasce questa pressione? Spesso, dal sistema che circonda lo studente. Un modello scolastico ancora legato alla performance e un supporto non sempre adeguato da parte degli adulti giocano un ruolo cruciale.

  • Solo il 34% degli studenti si sente costantemente supportato dai propri docenti dopo un errore.

  • Ancora meno, il 29%, percepisce un sostegno incondizionato dalla famiglia anche di fronte a un insuccesso.

A questo si aggiunge un altro bisogno fondamentale: il riconoscimento dei progressi. Ben il 76% degli studenti vorrebbe che venissero valorizzati anche i successi e i miglioramenti, invece di focalizzarsi quasi esclusivamente sugli errori.

Cambiare prospettiva: 4 passi per vedere l’errore come un alleato

Superare la paura di sbagliare a scuola è possibile. Non si tratta di non commettere più errori, ma di imparare a gestirli e a trasformarli in potenti strumenti di apprendimento. Ecco come fare.

1. Normalizzare l’errore

Il primo passo è capire che sbagliare è una parte normale e indispensabile del processo di apprendimento. Nessuno impara una nuova abilità senza commettere errori. Parlarne apertamente con amici, genitori e insegnanti può aiutare a ridimensionare il problema.

2. Analizzare senza giudicare

Di fronte a un errore, la reazione più comune è il giudizio: “Sono un incapace”, “Non ci riuscirò mai”. Un approccio più costruttivo è quello dell’analisi: “Cosa non ha funzionato? Quale concetto non avevo capito? Come posso fare diversamente la prossima volta?”. Questo trasforma il fallimento in un’informazione preziosa.

3. Celebrare i progressi

Come richiesto dal 76% degli studenti, è fondamentale dare peso ai piccoli e grandi successi. Tenere traccia dei propri miglioramenti aiuta a costruire l’autostima e a capire che l’impegno porta a risultati concreti, rendendo meno spaventosa la possibilità di un inciampo.

4. Chiedere aiuto quando serve

A volte, la paura di sbagliare nasce da lacune reali o da un metodo di studio poco efficace. In questi casi, chiedere aiuto è un atto di forza, non di debolezza. Un supporto esterno può fare la differenza per colmare le lacune, acquisire più sicurezza e sviluppare le giuste strategie di studio.

Dal timore all’opportunità: il metodo del Centro Studi Aeffe

Al Centro Studi Aeffe crediamo fermamente nel valore dell’errore come motore dell’apprendimento. Per questo, il nostro approccio non si limita a fornire ripetizioni scolastiche e a spiegare gli argomenti. Lavoriamo al fianco degli studenti per aiutarli a costruire un metodo di studio personalizzato e a sviluppare la fiducia in se stessi.

I nostri docenti non si limitano a correggere gli sbagli, ma guidano i ragazzi ad analizzarli, a comprendere le cause profonde e a trovare le strategie più efficaci per non ripeterli. In questo modo, l’ansia da prestazione si attenua e lo studio diventa un percorso di scoperta e crescita personale.

Se anche tu o tuo figlio state lottando con la paura di sbagliare, non siete soli. Contattaci per scoprire come possiamo aiutarvi a trasformare le difficoltà in successi.

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paura di sbagliare a scuola

Smartphone e Studio: la Guida per Trasformarlo in un Alleato

Lo Smartphone: un Alleato o un Nemico per lo Studio? La Guida Definitiva

In un mondo iperconnesso, lo smartphone è diventato un’estensione della nostra vita quotidiana. Ma quando si tratta di studio, è un potente alleato o la più grande fonte di distrazione? La verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Se usato con consapevolezza, il tuo telefono può trasformarsi in uno strumento di apprendimento straordinario, capace di ottimizzare il tempo e migliorare i risultati.

In questa guida completa, esploreremo come trasformare il tuo smartphone in un vero e proprio partner per il successo scolastico, imparando a sfruttarne le potenzialità e a gestirne le insidie.

Il Doppio Volto dello Smartphone: Distrazione vs. Produttività

Ammettiamolo: la tentazione di controllare le notifiche di Instagram, rispondere a un messaggio su WhatsApp o perdersi nei video di TikTok è sempre dietro l’angolo. Numerosi studi hanno evidenziato come la costante interruzione digitale possa frammentare l’attenzione e ridurre la capacità di concentrazione profonda, essenziale per l’apprendimento.

Tuttavia, demonizzare la tecnologia sarebbe un errore. Lo stesso dispositivo che ci distrae possiede un potenziale incredibile per l’organizzazione, l’approfondimento e il ripasso. La chiave è il controllo: non essere schiavo del tuo dispositivo, ma padrone delle sue infinite risorse.

Se senti che la gestione del tempo e delle distrazioni è una sfida, ricorda che un supporto personalizzato può fare la differenza. Al Centro Studi Aeffe, aiutiamo gli studenti a sviluppare un metodo di studio efficace, che integri anche un uso corretto degli strumenti digitali.

Le App Indispensabili per Trasformare il Tuo Telefono in un Tutor Virtuale

Il vero potenziale dello smartphone risiede nelle applicazioni. Esistono centinaia di app progettate per supportare gli studenti in ogni fase del loro percorso. Ecco una selezione delle migliori, suddivise per categoria.

App per la Concentrazione e la Gestione del Tempo

Queste app ti aiutano a combattere la procrastinazione e a rimanere focalizzato sui tuoi obiettivi.

  • Forest: L’app perfetta per chi non riesce a staccarsi dal telefono. Imposti un timer e, in quel lasso di tempo, un albero virtuale cresce. Se esci dall’app per usare lo smartphone, l’albero muore. Un modo divertente e motivante per rimanere concentrati.

  • Focus To Do: Combina la celebre “Tecnica del Pomodoro” (intervalli di studio da 25 minuti seguiti da brevi pause) con una to-do list. Ti aiuta a scandire il tempo e a completare le tue attività in modo organizzato.

App per Prendere Appunti e Creare Mappe Concettuali

Digitalizzare gli appunti li rende ricercabili, condivisibili e sempre disponibili.

  • Evernote: Un vero e proprio taccuino digitale dove puoi salvare appunti di testo, vocali, immagini e pagine web. Tutto sincronizzato su ogni dispositivo.

  • SimpleMind o MindMeister: Ideali per creare mappe mentali e concettuali. Organizzare le idee visivamente è una delle tecniche più efficaci per memorizzare concetti complessi.

App per l’Apprendimento e il Ripasso

Sfrutta i momenti morti della giornata, come i tragitti in autobus, per un ripasso veloce ed efficace.

  • Anki: Una delle app più potenti per la memorizzazione basata su flashcard e sulla tecnica della “ripetizione dilazionata” (spaced repetition). Perfetta per le lingue, la storia, le scienze e qualsiasi materia con molte nozioni da ricordare.

  • Kahoot!: Trasforma il ripasso in un gioco. Puoi creare quiz personalizzati o partecipare a quelli creati da altri utenti su milioni di argomenti. Imparare non è mai stato così divertente!

  • Duolingo: Se stai studiando una lingua straniera, questa app è un must-have per esercitarti quotidianamente con lezioni brevi e interattive.

Strategie Efficaci per un Uso Intelligente dello Smartphone

Avere le app giuste non basta. È fondamentale adottare un approccio strategico per integrare il telefono nel tuo metodo di studio senza subirne le conseguenze negative.

  1. Disattiva le Notifiche Inutili: Durante le sessioni di studio, silenzia tutte le notifiche non essenziali. La maggior parte delle app (social, giochi, news) può aspettare.

  2. Crea un Ambiente di Studio “Pulito”: Tieni il telefono fisicamente lontano se non lo stai usando attivamente per lo studio. Mettilo in un’altra stanza o in modalità aereo.

  3. Pianifica le Pause Digitali: Usa le pause programmate (come quelle della Tecnica del Pomodoro) per controllare i messaggi e i social. Sapere di avere un momento dedicato a quello ti aiuterà a non cedere alla tentazione durante lo studio.

  4. Sfrutta la Fotocamera: Usa lo smartphone per fotografare la lavagna, schemi, esercizi o pagine di libri da consultare in un secondo momento.

  5. Ascolta Contenuti Educativi: Utilizza app come Spotify o YouTube per ascoltare podcast, documentari o lezioni audio relative agli argomenti che stai studiando.

Quando lo Smartphone non Basta: il Supporto del Centro Studi Aeffe

Sfruttare la tecnologia è un passo importante, ma a volte è necessario un supporto più strutturato e umano. Se hai difficoltà a organizzare lo studio, a recuperare una materia o semplicemente vuoi migliorare il tuo rendimento, il Centro Studi Aeffe è qui per te.

Offriamo lezioni individuali e di gruppo, doposcuola specializzato per ogni ordine e grado e corsi di recupero personalizzati. I nostri tutor qualificati non solo ti aiuteranno a colmare le lacune, ma ti insegneranno anche un metodo di studio efficace e sostenibile nel tempo.

Non lasciare che le difficoltà prendano il sopravvento. Trasforma le tue sfide in successi con il nostro aiuto.


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Smartphone studio

Esprimere le emozioni: come trovare le parole giuste (Guida)

Trovare le parole per esprimere le emozioni: la guida completa

Ti è mai capitato di sentire un groviglio di sensazioni così intenso da non riuscire a descriverlo? O di voler comunicare a qualcuno esattamente come ti senti, ma le parole sembrano svanire? Non sei solo. Trovare le parole per esprimere le proprie emozioni è una delle sfide più comuni e importanti che affrontiamo.

Saper comunicare i nostri stati d’animo non solo ci aiuta a capire meglio noi stessi, ma è fondamentale per costruire relazioni sane, risolvere conflitti e vivere una vita più serena ed equilibrata.

In questa guida completa, esploreremo perché a volte è così difficile, come l’intelligenza emotiva può venirci in soccorso e quali strategie pratiche puoi usare fin da subito per dare un nome a ciò che provi.

Perché è così difficile esprimere le emozioni?

La difficoltà a verbalizzare i propri sentimenti è un’esperienza umana universale. Le cause possono essere molteplici:

  • Educazione e contesto sociale: Spesso non veniamo incoraggiati a parlare apertamente di emozioni, specialmente quelle considerate “negative” come tristezza o rabbia.

  • Paura del giudizio: Temiamo di apparire deboli, vulnerabili o “esagerati” agli occhi degli altri.

  • Mancanza di vocabolario emotivo: A volte, semplicemente, non conosciamo abbastanza parole per descrivere la vasta gamma di sfumature emotive che possiamo provare.

  • Stati di sopraffazione: Quando un’emozione è troppo intensa, può letteralmente “mandare in tilt” la nostra capacità di pensiero razionale e di verbalizzazione.

Nei casi più strutturati, si parla di alessitimia, un termine che deriva dal greco e significa letteralmente “mancanza di parole per le emozioni”. Si tratta di una vera e propria difficoltà nel riconoscere e descrivere i propri stati emotivi e quelli altrui.

L’Intelligenza Emotiva: la chiave per capirsi e comunicare meglio

La buona notizia è che la capacità di esprimere le emozioni si può allenare. Qui entra in gioco l’intelligenza emotiva, un concetto reso celebre dallo psicologo Daniel Goleman.

L’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri. Secondo Goleman, si basa su cinque pilastri fondamentali:

  1. Consapevolezza di sé: Riconoscere un’emozione nel momento in cui si presenta.

  2. Autoregolazione: Gestire le emozioni per evitare che prendano il sopravvento.

  3. Motivazione: Utilizzare le emozioni per raggiungere i propri obiettivi.

  4. Empatia: Comprendere le emozioni degli altri e mettersi nei loro panni.

  5. Abilità sociali: Gestire le relazioni in modo efficace.

Sviluppare l’intelligenza emotiva è fondamentale. Non solo ci permette di avere un dialogo interiore più sano, ma migliora drasticamente la nostra comunicazione, rendendola più efficace ed empatica.

3 Strategie Pratiche per Trovare le Parole Giuste

Come possiamo, concretamente, iniziare a dare un nome a ciò che sentiamo? Ecco tre tecniche efficaci che puoi sperimentare da subito.

1. La tecnica del “Io mi sento…”

Uno degli errori più comuni nella comunicazione emotiva è iniziare le frasi con “Tu mi fai sentire…”. Questa formulazione suona come un’accusa e porta quasi sempre l’interlocutore a mettersi sulla difensiva.

Sostituisci questa frase con “Io mi sento…“.

  • Invece di dire: “Tu mi fai sentire ignorato”.

  • Prova a dire: “Quando succede questo, io mi sento ignorato”.

Questa semplice modifica sposta il focus dall’accusa all’espressione di un’esperienza soggettiva. Comunica il tuo stato d’animo senza incolpare l’altro, aprendo la porta a un dialogo costruttivo e all’empatia.

2. L’esercizio delle tre colonne

Un metodo efficace per fare chiarezza quando ti senti sopraffatto è un esercizio di scrittura suggerito dalla Dott.ssa Paola Pantaleo. Prendi un foglio e dividilo in tre colonne:

  • Prima Colonna (Sinistra): Descrivi l’evento che ha scatenato l’emozione in modo oggettivo.

  • Terza Colonna (Destra): Scrivi il nome delle emozioni che credi di provare (es. rabbia, delusione, paura) e assegna a ciascuna un’intensità da 1 a 10.

  • Seconda Colonna (Centrale): Annota i pensieri automatici che ti sono venuti in mente subito dopo l’evento.

Questo esercizio ti aiuta a separare i fatti, i pensieri e le emozioni, offrendoti una visione più chiara e strutturata di ciò che ti sta accadendo interiormente.

3. Arricchisci il tuo vocabolario emotivo

Spesso usiamo sempre le stesse parole (triste, felice, arrabbiato) per descrivere un universo di sensazioni. Ampliare il tuo lessico ti permetterà di esprimerti con maggiore precisione.

Ecco una lista di parole, suddivise per emozione principale, da cui prendere spunto:

  • Per la GIOIA: allegro, sereno, entusiasta, euforico, appagato, gaio, soddisfatto, radioso, elettrizzato.

  • Per la TRISTEZZA: malinconico, abbattuto, avvilito, sconsolato, addolorato, cupo, demoralizzato, mesto.

  • Per la RABBIA: infastidito, irritato, frustrato, esasperato, furioso, indignato, rancoroso, veemente.

  • Per la PAURA: preoccupato, insicuro, ansioso, apprensivo, inquieto, spaventato, terrorizzato, allarmato.

Come il Centro Studi Aeffe può aiutarti

Sviluppare l’intelligenza emotiva e la capacità di comunicare efficacemente sono competenze fondamentali non solo nella vita, ma anche nel percorso scolastico. Un blocco emotivo o l’ansia da prestazione possono ostacolare l’apprendimento e il rendimento.

Al Centro Studi Aeffe, non ci limitiamo a fornire ripetizioni scolastiche e a colmare le lacune didattiche. Crediamo nell’importanza di un approccio globale allo studente. Attraverso le nostre lezioni individuali e i corsi personalizzati, aiutiamo i ragazzi a:

  • Gestire l’ansia legata a interrogazioni e compiti in classe.

  • Acquisire un metodo di studio che aumenti l’autostima e la sicurezza.

  • Comunicare dubbi e difficoltà in un ambiente di ascolto e privo di giudizio.

Un percorso di studi sereno è la base per il successo. Se tuo figlio incontra difficoltà, non esitare a contattarci per una consulenza. Insieme possiamo trovare la strategia migliore.

In Conclusione: un viaggio dentro di te

Imparare a trovare le parole per esprimere le proprie emozioni è un viaggio di consapevolezza che dura tutta la vita. Non si tratta di essere perfetti, ma di essere onesti con se stessi e con gli altri.

Inizia con piccoli passi: prova a usare la tecnica del “Io mi sento”, dedica cinque minuti alla scrittura delle tre colonne o impara una nuova parola per descrivere un’emozione ogni settimana. Ogni parola che impari è una nuova luce accesa sul tuo mondo interiore.


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Esprimere le proprie emozioni